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Nepal - Mustang

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Durante i primi decenni del secolo scorso convivevano in Tibet numerosi piccoli regni, come ricordato nei racconti dei viaggiatori di quei tempi Di questi, il Dolpo ed il Mustang, sono rimasti per molto tempo sconosciuti al mondo occidentale. Conosciuto come Regno di Lo, il Mustang esiste come stato indipendente fin dal V secolo, assorbito poi dal Tibet nel VII secolo. Successivamente, acquisì un forte connotato di indipendenza divenendo importante centro della setta lamaista Sakyapa. Agli inizi del XV secolo  Gyalpo Ame Pal (1380-1450) diede origine ad una dinastia regnante che è sopravvissuta fino ai giorni nostri. L'attuale re, Jigme Palbar Bista, il 25° dopo  Gyalpo Ame Pal, è nato nel 1930. Attualmente (2008) il suo stato di salute lo costringe a Kathmandu. Alla festa del TiJi ha partecipato quest'anno il principe ereditario.
Per secoli il Mustang ha svolto un ruolo strategico e commerciale di rilievo sulle vie carovaniere del sale e del grano tra Nepal e Tibet. Quando, già nell'ottocento, il sale indiano sostituì in gran parte quello proveniente dal Tibet, le fortune del Mustang declinarono ed esso ritornò ad uno stato di significativo isolamento. Nel 1950 vi arrivò il primo occidentale: Toni Hagen, geologo svizzero, che per conto dell'Onu aveva avuto l'incarico di redigere una carta geografica del Nepal. I successivi eventi bellici, legati all'aggressione cinese del Tibet ed alla lotta dei guerriglieri tibetani, che avevano nel Mustang le loro basi, hanno tenuto chiusa come in uno scrigno questa magnifica parte del Nepal. Calmatisi i venti di guerra, il Mustang è stato aperto, in modo assai controllato, ad un turismo consapevole.
I Lo-pa sono l'etnia predominante e la poliandria, relazione che unisce in qualche modo la moglie di un fratello anche agli altri, favorendo in tal modo l'indivisibilità del patrimonio, è ancora molto praticata. Il re sovrintende affinché l'organizzazione sociale, immutata nel tempo, non abbia a modificarsi. L'agricoltura e la pastorizia sono le uniche risorse della popolazione. Pressoché intatti sono i monasteri dell'VIII, XIII, XV e XVI secolo, tutti attivi e ricchi di magnifiche tangka e di mandala. Nel mese di maggio si svolge la principale festa lamaista, il TiJi, con magnifiche cerimonie nei costumi locali. Mustang è caratterizzato da un ambiente selvaggio, quasi lunare, con luci e colori irreali. Alti picchi rocciosi erosi dal vento sovrastano fiumi, sentieri e i caratteristici villaggi costruiti con mattoni di fango essiccato. Piccole terrazze, coltivate ad orzo, spezzano con i loro brillanti colori verdi, la monocromia ocra del paesaggio. Unico turismo possibile nel Mustang, peraltro attivo da non molti anni (1993), si basa sul trekking, così che ancora oggi si può scoprire una goccia di Tibet, un mondo incontaminato ed incantato, in cui usi e tradizioni si sono conservati intatti. Ed è così che esso si presenta a chi, in punta di piedi, entra nei suoi silenzi: una bellissima ed unica esperienza in un mondo ancora incontaminato, ricco di suggestione e di fascino.  
Il piccolo e isolato regno trans-imalaiano del Mustang occupa una superficie di circa 3.000 chilometri quadrati e la popolazione residente è di circa 6.000 persone. Molte di queste al giorno d'oggi, per sottrarsi ai rigori dell'inverno, con tutti gli animali (capre, cavalli, asini, yak, dzong,…), migrano annualmente verso villaggi più a sud e fino a Pokhara e oltre (novembre) per fare ritorno intorno al mese di marzo. Da tutti i punti di vista, geografico, climatico e culturale, esso fa parte del Tibet. Oggi fa parte politicamente del Nepal, ma mantiene un forte grado di autonomia. Gli abitanti sono Bhotia (Tibetani), che seguono i precetti del Buddismo lamaista. Il grande fiume Kali Gandaki (Fiume Nero) orgina qui e scorre attraverso il solco principale vallivo del Mustang, ed oltre, in una serie di ampi e profondi intagli. Il Paese è stato descritto in maniera viva ed appassionata dall'antropologo francese Michel Peissel, che nel 1964 ottenne uno speciale permesso per accedervi e vi si trattenne per tre mesi (M. Peissel - Mustang. Un Regno tibetano proibito - Robin, 2007). Ancora oggi l'accesso a questa area è soggetto a restrizioni da parte del Governo nepalese.  
Il viaggio si è svolto nella primavera del 2008, dal 21 aprile al 14 maggio.


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